Fiaba d’amore di G.G.
Illustrazioni di Violetta Viola
Un Natale per Lyon
Linda osservava il giardino e la neve che cadeva a larghe falde ricoprendo pian piano tutto il paesaggio di coltre bianca.
Si era a dicembre e tra poco sarebbe stato Natale…un altro Natale. Il cuore le si strinse. Un altro brutto Natale per loro, un brutto Natale per sempre, ormai. Era passato poco più di un anno da quando avevano perso il loro primo bambino, Lyon, che lei aveva tenuto fra le sue braccia, cullato e nutrito per soli quaranta giorni e poi era tornato in cielo lasciando nel suo cuore un deserto che neppure Michael riusciva più a ravvivare.
Il marito, il suo bel marito innamorato, paziente, i cui occhi scuri, profondi, si erano riprodotti tal quali nel piccino, si avvicinò e la allacciò da dietro stringendola teneramente a sé e sfiorandole il collo con un bacio.
“A che cosa pensi, tesoro? – ma conosceva già la risposta, purtroppo.
Linda fece una smorfia di pena.
“Oh Michael, tra poco sarà di nuovo Natale… Ma non c’è stato nessun Natale per Lyon, non ci sarà mai…. – Il dolore per quella perdita, sempre vivo, si sarebbe fatto sentire più bruciante che mai.
“Linda amore, e se quest’anno facessimo qualcosa di diverso?…Possiamo passare le Feste dai tuoi genitori, ma possiamo anche trascorrere tutte le feste natalizie in qualche località turistica, magari ai Caraibi, dove il sole splende tutto l’anno e non ci sembrerà neppure di essere in inverno. Possiamo fare quello che vogliamo”
“Io non voglio scappare” rispose Linda, che intendeva dire ‘non voglio dimenticare’, con la voce indurita e scostando un poco il capo. Michael sospirò.
“Ma se ci riprovassimo…” provò ad azzardare, con precauzione – Ricreiamo la luna di miele. Per me è sempre il primo giorno, amore, lo sarà sempre. Questa sera aspettami…come avevi l’abitudine di aspettarmi ”, le sussurrò piano, tra i capelli.
Erano giovani, erano innamorati, tutto il futuro era davanti a loro…Ne avevano già parlato, ne avevano parlato subito e sembrava una battaglia persa, ma lui non voleva arrendersi. Per Caterina era una specie di tradimento. Infatti si voltò con aria severa, negli occhi lampeggiava la protesta:
“Lo sai che cosa penso, Michael, non ricominciare con quella storia”
E invece sì, pensò Michael, anche lui testardo, quella storia non poteva spegnersi nella rassegnazione. Prima o poi sarebbe riuscito a farla ragionare.
“Va bene, cara, come non detto, vado al lavoro. Telefona a tua madre o vai a trovarla e senti cosa ti dice riguardo al Natale. Stasera chiamiamo i nostri amici Ketty e Karl, ma non devi sentirti obbligata a fare qualcosa che non ti piace. Faremo ciò che preferisci, ok? posso andare via tranquillo?”
”Sì, certo Michael, ti ringrazio di essere paziente con me, anche se…”
“Anche se?” chiese lui sul chi vive
“Temo che per te non sia la stessa cosa…Non vedi l’ora di dimenticare!”
Paventando un’altra crisi fatta di accuse e di proteste, proprio ora, in procinto di uscire di casa, Michael si affrettò a rassicurarla:
“Tesoro, la vita va avanti e in qualche modo si deve continuare ad affrontarla. Quello che importa ora è che il dolore non ci separi, ma ci unisca.”
“Sì, è giusto, Michael, scusami ma io …oh, aiutami …”
“Ti capisco, amore, so cosa provi e ti sono vicino, stiamo vicini…” Si strinsero forte, si diedero un bacio appassionato, poi Michael si staccò da lei e scappò via.
Linda seguì con espressione seria la figura del marito che girava a sinistra intorno alla casa, a passo svelto e a capo chino per proteggersi un po’ dalla neve che subito gli imbiancò le spalle. Poi attese che, aperta la porta del garage, riapparisse al volante della loro Minivan Chrysler e che si voltasse verso la finestra da cui lei lo osservava per farle un ultimo saluto. Si volevano bene, si erano innamorati profondamente e lo erano sempre, ma la brutta nuvola nera che era comparsa brutalmente nel loro cielo, continuava a restare sospesa sopra di loro.
Perché, si chiese Linda per l’ennesima volta, perché doveva capitare proprio a loro, perché essere punita lei che aveva atteso e poi amato quell’esserino da subito con tutta se stessa, come se lo avesse conosciuto da sempre? Quella perdita non era un vuoto che si potesse colmare con un po’ di buona volontà…
Rimase alla finestra per un po’ di tempo. La neve cadeva e cadeva. Prima di cena ce ne sarebbe stata abbastanza da poter fare, con il piccolo Lyon, un bel pupazzo di neve, fantasticò.
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Ma chi è Greta?
Greta vive il suo mondo come in un film.
Greta vive una favola e tutto quello che non fa parte del suo mondo è squallido e sporco.
Esistono delle realtà del vivere quotidiano.
Il suo amore non è rivolto che a se, bistrattista di natura.
Ma noi ammiriamo ciò che è senza pensare senza giudicare … almeno questa volta.
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Leggendo il mio blog capirete di quanto mi diverto nel riportare frasi o poesie dei miei artisti preferiti.
Nel mio libro invece mi diverto con rispetto e anche ammirazione prendo in giro personaggi troppo sensibili Mio Padre, troppo insensibili Mia Madre, troppo sottomessi la Mia Matrigna, troppo logici Mia sorella, troppo belli Mio marito troppo …. bistrattisti /bistrattati come me.
A proposito NON SORRIDETE GLI SPARI SOPRA SONO PER VOI
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